“I bambini interiorizzano ciò che apprendono sui limiti che ponete loro, ma al loro ritmo (…) ogni limite fissato rappresenta un’occasione di crescita. L’essere costretti a mangiare invece che a giocare, offre l’opportunità di risolvere un conflitto. Se il bambino riesce, è un primo passo vero la fiducia nella propria capacità di risolvere le difficoltà. La fermezza della mamma aiuta a far capire al bambino che le cose hanno uno struttura, che gli eventi hanno un inizio , uno svolgimento e una fine. Questo gli servirà per superare i momenti difficili (…)
Un “no” non è necessariamente un rifiuto o una prevaricazione, ma può dimostrare fiducia nella sua forza e nelle sue capacità”
(I no che aiutano a crescere – Asha Philips)
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Così alla fine ci siamo ritrovati anche noi a questo punto della nostra storia: educare il bambino. Il tempo delle coccole e dei giochi non è finito e non finirà mai, ma ora è anche tempo di fare tutte queste cose alternandole con qualche “no” e una buona dose di “basta così”. E’ da un bel po’, a dire il vero, che questo tempo è arrivato.
La fase dei terrible two ci ha investito come un fiume in piena, quello che era un neonato/lattante decisamente vivace è diventato un bimbo con una personalità forte (di cui vado orgogliosa) che spesso si scontra con le prime regole del vivere comune, con il rispetto per gli altri e per gli oggetti, con quei limiti che è difficile comprendere.
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Lo so, bambino mio, spesso è difficile anche per me accettare i limiti. Sei frutto di due persone che hanno sempre ragionato fuori dagli schemi, ma che al tempo stesso hanno sempre portato rispetto all’altro, cercando di non danneggiare mai il prossimo. Se accetti i nostri consigli, però, vedrai che questo ti servirà nella vita, anche quando penserai il contrario, anche quando ti sembrerà che siano sempre i più forti e i più prepotenti a vincere.
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